Una vita insieme

Noi licheni (L) siamo funghi in simbiosi con alghe.

Accanto a noi licheni trovate anche i muschi (M), che sono piante semplici, ma fondamentali nei processi di colonizzazione del suolo.

I licheni sono il risultato di una simbiosi mutualistica, un’associazione stabile tra più organismi che traggono reciproco beneficio dal vivere insieme. Nel mondo si conoscono oltre 15.000 specie di licheni. Molte delle superfici in pietra che vi circondano, così come diversi alberi, sono abbondantemente colonizzate da licheni. 

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    Quando si parla di licheni, questi vengono generalmente descritti come la simbiosi fra un fungo, detto micobionte, e un’alga, il fotobionte. Questa definizione, sebbene essenzialmente corretta, non illustra però esaustivamente l’organizzazione e la varietà della simbiosi lichenica. In alcune specie il fotobionte è infatti rappresentato da una popolazione di alghe verdi microscopiche, in altre di cianobatteri, batteri in grado di fare fotosintesi (Approfondimento nella STAZIONE 4). In altri casi ancora i partner possono essere tre, cioè il micobionte vive associato sia ad alghe verdi che a cianobatteri. Il quadro è poi reso ancora più complesso dall'ulteriore compresenza di colonie di batteri non fotosintetici e altri funghi. Pensiamo così ad un lichene come un piccolo ecosistema in cui tutti i partner hanno un ruolo funzionale. Semplificando potremmo però dire che il micobionte forma il corpo del lichene, detto tallo, e protegge il fotobionte - alga o cianobatterio - che ha invece il compito di dare nutrimento a tutti i partner producendo zuccheri con la fotosintesi.

 

Come siamo fatti dentro

Se ci tagli e guardi al microscopio, le alghe appaiono verdi per la presenza di clorofilla.

La componente fungina avvolge lo strato algale sia dalla parte superiore che da quella inferiore, creando una struttura simile a un sandwich.

All’interno del tallo, micobionte e fotobionte sono disposti differentemente a seconda che la struttura anatomica sia stratificata, come nella foto, o presenti un intreccio uniforme di filamenti del fungo (ife) e cellule di alghe o cianobatteri.

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    A seconda del lichene, l’interazione dei diversi partner può generare conformazioni anatomiche del tallo differenti. In molte specie il tallo è eteromero, cioè organizzato in strati strutturalmente e funzionalmente distinti, in particolare con le alghe localizzate in uno strato ben definito detto gonidiale. In altri casi il tallo è omeomero, cioè non presenta nessuna stratificazione e i filamenti del micobionte (detti ife) e il fotobionte formano un intreccio omogeneo e indifferenziato.

 

Come ci vedi fuori

Noi siamo i licheni crostosi

 

Io, invece sono un lichene foglioso!

 

Ci sono anche io, che sono un lichene fruticoso!

Nonostante la semplicità degli organismi che partecipano alla simbiosi lichenica, le forme dei talli sono molteplici e riconducibili a tre principali tipologie: crostosa, fogliosa e fruticosa.

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    I licheni possono presentare differenti forme di crescita. Nei licheni crostosi il tallo si presenta come una crosta, o una patina, strettamente appressata al substrato, dal quale non può essere rimossa mantenendo l’integrità del tallo. Nei licheni fogliosi il tallo, similmente ad una foglia, ha uno sviluppo laminare con una superficie superiore e una inferiore. Quest’ultima può aderire al substrato con strutture filamentose chiamate rizine. Nei licheni fruticosi il tallo ha una crescita tridimensionale ramificata e assume forme variabili, erette o pendenti.

 

Dove viviamo

Noi licheni cresciamo su rocce, alberi, terreno… e un po’ dove ci capita!

All’interno del tallo, micobionte e fotobionte sono disposti differentemente a seconda che la struttura anatomica sia stratificata, come nella foto, o presenti un intreccio uniforme di filamenti del fungo (ife) e cellule di alghe o cianobatteri.

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    La sorprendente capacità dei licheni di colonizzare anche habitat estremi è dovuta a due caratteristiche peculiari: la prima è che lo stato di idratazione del loro tallo è sempre in equilibrio con l’umidità dell’ambiente circostante (peciloidria), l’altra è la capacità di ‘disattivare’ il metabolismo in caso di eccessiva disidratazione (criptobiosi). Grazie a queste caratteristiche rimane garantita la funzionalità fotosintetica e diviene possibile il superamento di condizioni temporanee di stress. I licheni sono organismi estremamente adattabili e possono crescere su una grande varietà di substrati, sia naturali che artificiali.. Alcuni colonizzano il suolo (epigei o terricoli), mentre altri crescono sulle piante (epifiti): alle nostre latitudini quasi esclusivamente sulla corteccia di tronchi e rami (corticicoli), mentre in aree tropicali anche sulle foglie (epifilli o foglicoli). Come potete osservare anche intorno a voi, molte specie licheniche si insediano su superfici rocciose (rupicoli), naturali o artificiali, sviluppando il tallo sulla superficie (epilitici) o all’interno della pietra (endolitici). Nemmeno i materiali di origine artificiale sfuggono alla loro colonizzazione: troviamo infatti licheni sui cartelli stradali, sulle panchine e sulle ringhiere, ma anche su vetro, cuoio e teli ombreggianti… e l’elenco potrebbe continuare!