Il valore delle fonti d’archivio per lo studio del Museo Civico Archeologico
Il valore delle fonti d’archivio
Il Museo Civico Archeologico di Fiesole è uno dei più significativi custodi dell’eredità storica del nostro territorio. La sua evoluzione, dall’istituzione alla crescita delle collezioni, è ampiamente documentata dall’Archivio Comunale, che conserva una ricca e articolata serie di fonti. Tra queste, spicca il carteggio generale, una risorsa di primaria importanza per la ricostruzione delle vicende amministrative, organizzative e culturali che hanno segnato la storia del Museo. Tale serie accoglie gran parte della corrispondenza e dei documenti relativi agli affari trattati dal Comune a partire dal 1865.
Il Carteggio degli affari nell’Archivio Comunale di Fiesole
La Serie IV del carteggio generale costituisce un nucleo fondamentale della memoria amministrativa del Comune di Fiesole dopo l’Unità d’Italia, oltre a essere una tra le più consistenti, con oltre 900 faldoni dal 1865 al 1984. Il materiale documentario è organizzato in due grandi partizioni: la prima parte contenente i documenti istruttori degli atti deliberativi del Consiglio comunale, delle Giunte e poi anche del Podestà, disposti in appositi inserti in ordine di seduta dal 1865 al 1935, comprende altresì tutto il carteggio prodotto nell’espletamento dell’attività amministrativa, ordinato cronologicamente (1865-1894) e per materie o categorie in base al titolario in uso (1895-1935). La seconda parte accoglie i carteggi e gli atti dal 1936, organizzati secondo le quindici categorie prescritte dalla circolare Astengo del Ministero dell’Interno (1897), applicata correttamente a Fiesole solo dal 1936, nonostante fosse stata introdotta già nel 1914.
Per quanto riguarda il Museo e l’Area archeologica, le informazioni di maggior interesse nel carteggio si trovano negli inserti annuali tra 1901 e il 1913, conservati nella terza divisione della documentazione del periodo, relativa ai “Lavori pubblici”. Inoltre, a partire dal 1914, il materiale inerente all’attività culturale e archeologica è stato archiviato nella categoria IX, dedicata all’istruzione pubblica.
Le relazioni della Commissione archeologica: una fonte chiave
Tra i documenti più rilevanti del carteggio si annoverano le relazioni annuali della Commissione archeologica fiesolana, che coprono un arco cronologico dal 1879 al 1901 (A.C.F., Postunitario, IV. Carteggio degli affari, 436). Queste relazioni, redatte per informare il Consiglio comunale sulle attività di ricerca e conservazione del patrimonio archeologico, offrono un quadro dettagliato sugli scavi effettuati, sulle scoperte più rilevanti e sulle modalità di gestione del nascente Museo.
La Commissione archeologica, istituita nel 1877 con la deliberazione n. 79 del 6 ottobre, aveva l’incarico di preservare i monumenti rinvenuti negli scavi e di curare la conservazione dei reperti raccolti nel Museo. Le relazioni annuali documentano ogni fase del lavoro: dagli scavi condotti nella zona dell’antico teatro romano e dell’area sacra ai progetti di restauro e conservazione delle strutture e dei manufatti (Fig. 1).
Le relazioni erano compilate su quaderni formato protocollo, spesso corredati di titoli guida a margine e disegni dei reperti archeologici. Le attività descritte, generalmente seguite dai rendiconti contabili dei lavori eseguiti e delle somme di denaro impiegate, erano firmate dal presidente della Commissione, il conte Francesco Zauli Naldi, dal 1879 al 1881 e dal direttore del Museo Civico, Demostene Macciò, dal 1885 al 1901. Oltre agli aspetti tecnici e archeologici, la lettura delle relazioni svela anche le dinamiche istituzionali e le difficoltà affrontate dalla Commissione nella gestione dei propri compiti, come dimostrano le parole introduttive della descrizione dell’attività svolta nel 1881 trasmessa al sindaco: «Quanto essa [la Commissione] operò in quei dodici mesi sarà per avventura al di sotto della aspettativa vostra, siccome lo fu dei desideri suoi, ma ne conforta il pensiero non si vorrà ascrivere a manco di zelo e di attività ciò che fu solo effetto di svariati contrari accidenti che superfluo sarebbe qui enumerare» (A.C.F., Postunitario, IV. Carteggio degli affari, 436, Relazione della Commissione archeologica per l’anno 1881).
Le lettere di studiosi e cittadini: un dialogo tra istituzioni e comunità
Nel carteggio generale trovano spazio anche le lettere inviate da istituzioni, cittadini e studiosi interessati alle vicende del Museo, assieme alle minute delle risposte del Comune. Queste testimonianze rivelano un vivace dibattito tra l’amministrazione comunale e la comunità locale e scientifica, offrendo un’ulteriore prospettiva sulla percezione e sull’importanza attribuita al Museo.
Un esempio significativo è la lettera del 22 ottobre 1873, in cui Gian Francesco Gamurrini, membro della Deputazione per la conservazione e l’ordinamento dei musei e delle antichità etrusche, scrisse al sindaco di Fiesole, Eugenio Catanzaro-Santini, per sollecitare l’individuazione di locali idonei a ospitare gli oggetti rinvenuti negli scavi: «Essendosi incominciati a trovare degli oggetti benché rotti tanto di marmo, che di terra che di vetro negli avanzi dell’antico teatro e in quelli del muro d’ignoto recinto di Fiesole, mi rivolgo alla Signoria Vostra affinché destini una stanza sicura […] per depositarli e conservarli» (A.C.F., Postunitario, IV. Carteggio degli affari, 199; Fig. 2). La risposta del Comune fu tempestiva: il 24 ottobre, l’ingegnere comunale Michelangelo Maiorfi comunicò al sindaco di aver individuato una stanza adatta nel «fabbricato della già Pretura a Fiesole» (Ibidem), dove il 14 maggio 1874 venne aperta una primordiale esposizione, definita ‘piccolo caos archeologico’ da Pietro Stefanelli, primo direttore del Museo nel biennio 1878-1879.
Anche i cittadini manifestavano interesse per il patrimonio archeologico della loro città. Alcuni documenti testimoniano l’orgoglio locale per gli antichi rinvenimenti e il desiderio che essi trovassero un’adeguata sistemazione sia nell’area sia nel Museo: «avendo molti visitatori espresso il desiderio di voler vedere gli oggetti rinvenuti nella escavazione, sarebbe necessario, adunque, si provvedesse anco al modo di sistemare più convenientemente gli oggetti medesimi e collocarli in luogo da poter esser visti ed esaminati senza pericolo di dispersione, ed appagare così le giuste richieste dei ricorrenti, i quali hanno fatto dei rimproveri dicendo che, quando si paga, si ha diritto di veder tutto» (A.C.F., Postunitario, IV. Carteggio degli affari, 13, Rapporto e proposte dei deputati di vigilanza agli scavi fiesolani Raffaello Corsi e Alessandro Pellucci).
Una preziosa varietà documentale
Oltre alle relazioni e alla corrispondenza, il carteggio generale raccoglie numerosi altri documenti di notevole valore storico: verbali delle adunanze della Commissione, giornali degli scavi (Fig. 3), elenchi dei reperti archeologici, libri paga degli operai e rendiconti di spese (A.C.F., POSTUNITARIO, IV. Carteggio degli affari, 436, 439). In aggiunta, conserva planimetrie e progetti, inviti e manifesti come quelli relativi all’inaugurazione del nuovo Museo Civico Archeologico nel 1914 (A.C.F., Postunitario, IV. Carteggio degli affari, 354). Questa ricchezza documentale continua a fornire spunti di ricerca per studiosi e appassionati, permettendo di indagare aspetti ancora poco esplorati della storia di Fiesole antica.
L’Archivio Comunale di Fiesole rappresenta una risorsa imprescindibile per chiunque voglia approfondire la storia del Museo Civico Archeologico e delle sue collezioni. La Serie IV del Carteggio degli affari, in particolare, offre una documentazione dettagliata sulle attività di ricerca, sulle decisioni istituzionali e sulle interazioni con il mondo accademico e la cittadinanza. Grazie a queste fonti, è possibile acquisire informazioni preziose non solo sull’evoluzione del Museo, ma anche sul contesto culturale e amministrativo che ne ha accompagnato la crescita.
Valentina Cappellini
Immagini:
Fig. 1 – Descrizione dei ritrovamenti archeologici entrati a far parte delle collezioni del Museo (A.C.F., Postunitario, IV. Carteggio degli affari, 436, Relazione della Commissione archeologica per l’anno 1885)
Fig. 2 – Lettera di Gian Francesco Gamurrini al sindaco di Fiesole, datata 22 ottobre 1873 (A.C.F., Postunitario, IV. Carteggio degli affari, 199)
Fig. 3 – Giornale degli scavi eseguiti nella zona archeologica, in località Podere Chiuso, dal 25 al 30 giugno 1910 (A.C.F., Postunitario, IV. Carteggio degli affari, 439)
Riferimenti bibliografici:
Il museo di Fiesole. Catalogo sommario illustrativo compilato da Demostene Macciò per commissione della Deputazione archeologica comunale, Firenze, Tipografia di M. Ricci, 1878.
M. Borgioli (a cura di), Inventario dell’Archivio Postunitario del Comune di Fiesole (1865-1945), Firenze, All’Insegna del Giglio, 1988 (Biblioteca dell’Assessorato alla Cultura, 6)
M. Borgioli, Fonti documentarie sui monumenti archeologici fiesolani, in L. Marino, C. Nenci (a cura di), L’area archeologica di Fiesole. Rilievi e ricerche per la conservazione, Firenze, Alinea, 1995, pp. 17-25 (Restauro archeologico, 3).
M. De Marco (a cura di), Fiesole. Museo Civico Archeologico. Un secolo di bellezza, Firenze, Polistampa, 2013.